Renè, Cloè e Josephine, mentre mangiano.

Comportamento del cane e del gatto legato al cibo

 

(pubblicato sulla rivista "Quattro Zampe", dossier sul cibo, autrice Costanza De Palma)

 

In etologia, il comportamento alimentare viene definito come “l’insieme di atti effettuati dall’animale al fine di ricercare, accettare e ingerire elementi riconosciuti come alimenti e destinati al nutrimento”. Trattasi, quindi, di un sistema complesso che necessita di un insieme di sistemi interni ed esterni e, per quanto riguarda gli animali d’affezione, l’elemento chiave è la relazione con il proprio proprietario.

L’esperimento più famoso legato al cibo è quello di Pavlov: questo spiega e dimostra il riflesso condizionato di 1° tipo o classico, ovvero l’associazione di stimoli prima senza significato a stimoli che evocano riflessi incondizionati. Nello specifico, Pavlov condizionò i cani a salivare in risposta allo stimolo di un campanello, successivamente di una luce, nello stesso modo in cui prima salivavano unicamente alla vista di polvere di carne. Per ottenere questo usava contemporaneamente i due stimoli, il campanello e la carne, da 5 a 20 volte, fino a quando il cane associava il suono del campanello alla carne e salivava abbondantemente anche se la carne non veniva più fornita.

Alla luce di ciò, si capisce come il nostro cane, ma anche il nostro gatto, associ un evento, una situazione o anche un oggetto o una persona a qualcosa di molto appetitivo come il cibo. Questo importante riflesso è alla base di qualsiasi tipo di addestramento a cui si vuole sottoporre il cane; lo stesso vale ovviamente anche per gli esercizi di educazione di base. Difatti, ad ogni comando impartito viene dato come premio qualcosa da mangiare, solo se svolto correttamente: dunque il cibo è un ottimo tramite per ottenere in maniera etologica ciò che vogliamo ovvero una convivenza ottimale a sei zampe!

Non scordiamoci però che l’alimentarsi è legato indissolubilmente al procurarsi il cibo ovvero il cacciare. Il cacciare per il cane e il gatto sono istinti innati in quanto predatori. L’insegnamento della propria madre nel cacciare la preda aumenta senza dubbio la qualità e l’efficacia dell’attacco da parte del cucciolo. La preferenza degli alimenti è determinata da fattori innati e appresi e molto influisce il comportamento materno. L’istinto predatorio rimane sempre molto forte anche se latente, nonostante il proprietario fornisca loro cibo e acqua: ecco perché, ad esempio, sia cani che gatti rincorrono, anche giocando, e mangiano le crocchette di cibo che lanciamo o lasciamo cadere a terra. Da far notare che per il cane adulto due pasti al giorno sono sufficienti, ciò non vale per il gatto: quest’ultimo, difatti, ha la necessità di fare mini-pasti per tutto l’arco della giornata. Però, sia per il cane che per il gatto è bene fornire il cibo in ciotole pulite, possibilmente di acciaio, in un luogo tranquillo e lontano da cucce e lettiere con accanto sempre acqua fresca a disposizione (per i gatti l’ideale è avere una fontanella con depuratore).

È opportuno sapere che come nell’essere umano ci sono disturbi comportamentali legati al non corretto rapporto con il cibo, lo stesso vale per i nostri amici a quattrozampe. Ma esaminiamone più nello specifico qualcuno. Attenzione: per una corretta diagnosi e, quindi, cura è necessario rivolgersi a medici veterinari esperti dell’argomento. Da evitare il fai-da-te.

 

Curiosità:

L’appetito è regolato da un centro della sazietà, situato nell’ipotalamo ventro-mediale, e da un centro della fame, situato nell’ipotalamo laterale. Il 2° è ovviamente inibito dall’attivazione del 1°.

Il nostro cane è nervoso e particolarmente eccitabile? Nella sua dieta c’è uno sbilanciamento nel dosaggio delle proteine. Se la dieta è iperproteica la tensione muscolare e nervosa aumenta, rendendo il cane irrequieto, eccitabile ed aggressivo. Quindi è da preferirsi una dieta ipoproteica, soprattutto nelle razze particolarmente forti e tenaci; ma se il nostro cane fa sport come l’agility la dieta iperproteica è l’ideale.

Il gatto mangia con maggior frequenza d’inverno aumentando di peso rispetto alla primavera dove invece dimagrisce.

Il gatto per selezionare il cibo usa l’olfatto e ilgusto. Importante la consistenza e la temperatura del cibo fornito (T ideale a 37 C°). La precedenza si dà all’odore più interessante senza assaggiare tutti gli altri; altrimenti verranno assaggiati tutti e si sceglierà in base al gusto; ma se l’alimentazione viene mantenuta a lungo invariata, il gatto tenderà a preferire altri alimenti anche se meno appetibili (lo stesso vale per il cane).

L’incidenza dell’obesità nel gatto è salita di molto. Le cause: diminuzione dell’attività fisica e mentale, iperalimentazione da parte del proprietario: l’animale chiede cibo per attirare l’attenzione e il proprietario gli fornisce i cibi commerciali ad alta palatabilità. Inoltre, la sterilizzazione contribuisce a far diminuire il metabolismo e far aumentare l’assunzione di cibo.

 

1) La pica

 

Il comportamento di succhiare insistentemente (parti del corpo di altri gattini della cucciolata, del proprietario o il proprio corpo) o succhiare materiali diversi potrebbe avere origine dalla mancanza di adeguati stimoli prima e durante  l’età dello svezzamento.

Il consiglio di base da seguire per i proprietari è quello di non separare il cucciolo prima dei due mesi sia per quanto riguarda il cane che il gatto. Una volta portato a casa bisogna arricchire l’ambiente, incentivando l’esplorazione con l’introduzione di oggetti che anche se ingeriti non sono tossici (ad esempio vegetali crudi, giochi di gomma atossica, strisce pulisci-denti per cani, bastoncini da masticare per cani, pezzi di ossa di budello ammorbidite e srotolate). Inoltre bisogna moltiplicare il numero dei pasti e l’alimentazione deve essere più variata e soddisfacente per appagare il comportamento consumatorio: quindi, forniamo pezzetti di cibo appetitosi, cibo secco sempre a disposizione, cibo nascosto in giochi di gomma atossica (ad esempio la palla Kong), pezzi di carne infilati in oggetti di budello e altro. Per dissuadere il nostro pet dagli oggetti non commestibili, spruzziamo prodotti quali profumi o essenza di eucalipto per loro davvero sgradevoli.

 

Per avere ulteriori informazioni sull'argomento riguardante la pica (o picacismo) nel gatto, esaminando cause e cure, potete consultare il mio articolo pubblicato sul portale www.miciogatto.it

 

https://www.miciogatto.it/perche-gatto-mangia-la-lana-cose-picacismo/

2) L'anoressia

L’ingestione di cibo è controllata da complesse interazioni interne ed esterne all’organismo, quindi bisogna tenere presente dal punto di vista comportamentale che possono esserci alla base di una drastica diminuzione dell’appetito forme di depressione, la ripetuta esposizione a situazioni stressanti e/o episodi traumatici e il continuo cambiar cibo. Anche l’associazione gusto-nausea avviene con il gusto e/o l’odore dell’ultimo alimento ingerito prima di un episodio di disordine di tipo gastroenterico, perciò la risposta condizionata conseguente allo stimolo incondizionato è l’evitamento del cibo. Inoltre, è opportuno fare attenzione alla somministrazione da parte del proprietario di farmaci che possono provocare vomito e se viene individuato un problema gastroenterico o epatico, la dieta da seguire eviterà l’assunzione di quei cibi avversi preservando una ricaduta nell’anoressia. Però, quando il proprietario, molto preoccupato per il continuo diminuire del peso del proprio pet, stimola l’appetito proponendo continuamente cibi diversi ad esempio a gatti che vomitano, può creare involontariamente un’associazione mentale avversa verso il cibo, anche dopo aver risolto il disturbo gastrointestinale.

Come comportarsi in casi di disturbi alimentari

1) L'anoressia

 

Essendo una drastica riduzione dell’assunzione di cibo, è necessario capire:

se l’anoressia è comparsa improvvisamente o è stata graduale;

da quanto persiste;

se è stata cambiata la dieta;

se la dieta era equilibrata;

se ci sono state malattie pregresse e quali;

se c’è una forma di depressione;

le terapie in corso;

se c’è stato qualche episodio stressante;

se può essere riconducibile ad una richiesta d’attenzione;

quanto peso è stato perso;

se ci sono altri sintomi.

 

2) La bulimia

 

Essendo un aumento di consumo alimentare, è necessario capire:

se è da associarsi ad un effetto collaterale di alcuni farmaci;

se è affetto da diabete mellito o se è presente una insufficienza pancreatica o se c’è un ipertiroidismo;

se è presente la sindrome di Cushing;

se ci sono state in precedenza fasi di anoressia;

se c’è una forma di depressione;

se c’è ipersensibilità-iperattività;

se può essere riconducibile ad una richiesta d’attenzione.

 

3) La pica

 

Essendo una forma di ingestione volontaria di materiale non commestibile (ad esempio lana, cotone, tessuti sintetici, plastica, gomma, pelle, legno, fili e cavi elettrici), è necessario sapere che:

è normale in cani giovani;

può trasformarsi in una richiesta di attenzione;

può essere associato a problemi di relazione con il proprietario;

può esserci un fattore genetico, ad esempio nelle razze orientali nei gatti (siamese e burmese);

può essere legato ad uno svezzamento precoce, soprattutto nel gattino;

può essere associato a condizioni di stress dovuto ad un cambiamento di ambiente (ad esempio l’inserimento del gattino nella nuova casa);

può essere dovuto ad un ambiente povero di stimoli;

viene fatto solo in presenza del proprietario e vengono presi “di mira” gli oggetti presenti in contesti dove il proprietario è presente ma non gli presta attenzione (fili del telefono, cavi del computer, cavi televisivi, prese del computer, soprammobili e telecomandi).

 

4) La coprofagia

 

Essendo l’ingestione volontaria delle proprie feci, è necessario:

capire se c’è stato un evento scatenante post-traumatico dovuto al proprietario per un caso di eliminazione inappropriata;

verificare dal proprio veterinario di fiducia l’attività del pancreas esocrino ed eventuali carenze alimentari e cercando anche eventuali tracce di batteri  o di sangue occulto.

 

5) L’aggressività correlata al cibo nel cane

 

Essendo manifestata solo in rapporto al cibo, è necessario sapere che:

riguarda cani di età superiore ai 3 mesi che non hanno assimilato la gerarchizzazione alimentare;

ci può essere stata una separazione precoce dalla madre (4-5 settimane di vita) oppure che sia stato nutrito nella stessa ciotola con altri cuccioli;

il cane non deve ottenere da tavola (o in altro modo cibo senza avere eseguito un comando);

il cane deve poter assistere ai pasti senza elemosinare;

il cibo va somministrato lontano dai pasti;

nessuno deve assistere al pasto del cane, né tantomeno imboccarlo;

al cane non va lasciato del cibo a disposizione;

si eviti di avvicinarsi mentre mangia, di tentare di togliere il cibo, di raccogliere cibo da terra;

alla base c’è un problema gerarchico e può coinvolgere l’uomo come altri conspecifici;

la reattività è amplificata negli allevamenti per la competizione su un’unica risorsa, da esperienze precedenti di randagismo e/o di maltrattamento.

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Vedi anche:

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